Dopo 1 anno e mezzo dall’uscita di The Division, i ragazzi di Eurogamer.it sono tornati a giocare per vedere a che punto si trova il gioco, scoprire le novità e capire se vale la pena giocare anche ora, facendo un riepilogo di quanto accaduto fino ad oggi.
Qui di seguito il copia e incolla dell’articolo originale, di Matteo Lorenzetti:
Tom Clancy’s: The Division è stato sicuramente uno dei titoli più interessanti del 2016: uscito a marzo come la prima vera pubblicazione di peso dopo la stagione natalizia 2015, aveva goduto di un ottimo successo di pubblico e critica, anche se la lunga gestazione e alcune polemiche sulla riduzione della qualità grafica in relazione ai trailer pubblicati alle varie fiere degli anni precedenti avevano attirato parecchie attenzioni negative sul gioco e su Ubisoft.
Tutto dimenticato al momento del lancio che si è rivelato essere quello di maggiore successo per quanto riguarda la storia della compagnia francese: il gioco, un Action-RPG in terza persona ambientato in una Manhattan blindata a causa di un’epidemia di vaiolo presenta una struttura ibrida. Missioni della storia da giocare in cooperazione con amici su una chat vocale si alternano ad attività di pattugliamento, combattimento e controllo della zona per guadagnare ricompense ed equipaggiamenti di alto livello. Il gioco è stato fatto oggetto di una massiccia campagna di aggiornamenti che è coincisa con l’introduzione dei season pass annuali a supportare l’infrastruttura multigiocatore e i nuovi contenuti pubblicati che ora andiamo ad analizzare.
I primi giorni non sono stati proprio facili: a qualche problema di lancio della versione PC sono coincise difficoltà di accesso ai server dovute al grosso carico di utenti da gestire negli orari critici in particolare per quanto riguardava i giocatori europei e statunitensi. La lista delle patch in corso d’opera è veramente lunga al punto che elencarle tutte è praticamente impossibile: da una nostra analisi dello storico, abbiamo notato che la fase più critica contenente i bugfix più corposi è arrivata fino all’autunno del 2016, con correzioni ad alcune dinamiche di gameplay sottili ma comunque importanti. Queste hanno iniziato a introdurre progressivamente una serie di nuovi contenuti che hanno fatto da spina dorsale alle stagioni di gioco e su questi abbiamo deciso di concentrarci.
Il primo ha riguardato l’introduzione delle incursioni con la missione Falcon Lost che ha portato quattro set di equipaggiamento di alto livello ma soprattutto una funzione fondamentale per i party, ovvero lo scambio del loot. Da notare anche la presenza di equipaggiamenti aerei in arrivo nella zona della missione durante il gioco che portavano a più gruppi di giocatori scontrarsi per il loro possesso. L’aggiornamento successivo è stato Conflitto, anch’esso con nuovi set di equipaggiamento, armi e le missioni cerca e distruggi sbloccabili portando a termine le missioni secondarie.
Interessante anche il taglio della corda in occasione dei rifornimenti dell’elicottero che trasforma automaticamente il giocatore in un Rogue e l’introduzione delle casse sigillate contenenti bottini di alto livello a seconda del valore del PG che le ha rilasciate. Giugno è stato un altro mese molto importante perché e arrivata la prima espansione a pagamento intitolata Underground: ha introdotto una nuova zona esplorabile e relativa missione dedicata, la nuova Incursione intitolata “La Tana del Drago” con tanto di livello di difficoltà personalizzabile fino a “Eroico” e altri quattro set esclusivi.
Questo aggiornamento, già compreso nel season pass, si è affiancato alla patch 1.3 che ha introdotto nuove armi e talenti, modificato i danni delle armi già presenti e apportato una serie di variazioni importanti al gameplay, in particolare la ricalibrazione dei talenti di un’arma e il depotenziamento delle munizioni esplosive che sbilanciavano eccessivamente il gameplay.
L’estate del 2016 è proseguita in modo molto tranquillo fino all’update 1.4 di ottobre foriero di parecchie novità, questo è stato l’aggiornamento che ha “rimesso ordine” al gameplay nel suo complesso andando a modificare un’infinità di parametri cambiati dagli ultimi aggiornamenti in particolare le statistiche dell’equipaggiamento, il DPS delle armi, i valori dei critici, allineamenti di mod e talenti e alterazioni anche alla corazza del nostro personaggio e alle abilità. Un lavoro di bilanciamento molto complesso pensato per rendere equilibrati PVE e PVP che ha dato i suoi frutti sul lungo periodo andando a correggere molte delle problematiche emerse nei primi sette mesi di vita di The Division. Il 2016 si è concluso con due espansioni di alto livello: Survival e Last Stand.
La prima è una modalità di gioco completamente diversa da quella standard in cui ci si ritrova a sopravvivere in una tormenta e con il corpo in preda a un’infezione che ci ucciderà entro l’alba se non contrastata efficacemente. Fame, freddo, necessità di trovare armi, vestiti, cibo e rifornimenti, ma soprattutto il farmaco antivirale che ci permetterà di chiamare l’estrazione dell’elicottero, rappresentano una variante molto interessante e al gameplay originale, vista la mappa alternativa in cui viene trasformata Manhattan sotto una spessa coltre di neve innevata. La necessità di craftarsi gli equipaggiamenti è fondamentale per sopravvivere, visto che prima dell’estrazione il giocatore viene attaccato da una nuova fazione, molto efficiente nel dargli la caccia per evitare che riesca a fuggire completando la missione.
Last Stand, che in italiano è stato localizzato come “Fino alla Fine”, è una modalità controllo mista PVP/PVE in cui due squadre da otto giocatori sono impegnate a mantenere il possesso di terminali sparsi per l’area di gioco a loro volta controllati da PNG di alto livello per una durata massima di venti minuti. Interessante la possibilità di usare postazioni difensive preesistenti per rendere più difficoltosa per i nemici la conquista delle zone contese. Insieme a questo aggiornamento è arrivata anche una nuova missione dal titolo Segnale Dirottato che comprende anche situazioni di liberazione ostaggi in un’area inedita, una stazione televisiva civile presa dalla fazione dei Rikers.
Per chi apprezzava l’azione dei purificatori, degni di nota sono anche gli eventi Contaminazione in cui ci si scontra nella metropolitana contro l’Elite di questa fazione, ma in una situazione molto rischiosa in cui la protezione da virus non è sufficiente ed occorre agire in fretta gestendo al meglio la propria salute. Dulcis in fundo, la mappa di Manhattan è stata espansa in modo consistente con nuove aree a nord ora visitabili. Si è trattato di un’espansione molto più ampia di quanto non sembrasse in realtà visto che molti edifici si estendono fin sui tetti o nel sottosuolo.
Last Stand, che in italiano è stato localizzato come “Fino alla Fine”, è una modalità controllo mista PVP/PVE in cui due squadre da otto giocatori sono impegnate a mantenere il possesso di terminali sparsi per l’area di gioco a loro volta controllati da PNG di alto livello per una durata massima di venti minuti. Interessante la possibilità di usare postazioni difensive preesistenti per rendere più difficoltosa per i nemici la conquista delle zone contese. Insieme a questo aggiornamento è arrivata anche una nuova missione dal titolo Segnale Dirottato che comprende anche situazioni di liberazione ostaggi in un’area inedita, una stazione televisiva civile presa dalla fazione dei Rikers.
Per chi apprezzava l’azione dei purificatori, degni di nota sono anche gli eventi Contaminazione in cui ci si scontra nella metropolitana contro l’Elite di questa fazione, ma in una situazione molto rischiosa in cui la protezione da virus non è sufficiente ed occorre agire in fretta gestendo al meglio la propria salute. Dulcis in fundo, la mappa di Manhattan è stata espansa in modo consistente con nuove aree a nord ora visitabili. Si è trattato di un’espansione molto più ampia di quanto non sembrasse in realtà visto che molti edifici si estendono fin sui tetti o nel sottosuolo.
Queste novità hanno chiuso l’anno 1 con il quality update 1.6 dedicato essenzialmente ai bilanciamenti del gioco e correzione di vari errori. L’1.6.1 ha aperto l’anno due con l’introduzione dei Loadout: una feature molto attesa che permette di precaricare delle combinazioni di equipaggiamenti predefinite da usare prima di imbarcarsi in missioni particolari. Se ne possono preparare fino a sei per cambiarsi d’abito ed equipaggiamento con pochi semplici clic quando fino a poco prima era necessario smanettare con il menu di configurazione. Il 2017 non ha portato lo stesso numero di novità dell’anno precedente, visto che si è dovuto attendere fino a ferragosto per veder arrivare il primo grosso update a livello di contenuti: molto corposo (7 GB di download) ma soprattutto gratuito per tutti.
Sono arrivati infatti gli eventi globali il cui svolgimento è stato sottoposto a numerosi modificatori per rendere il più possibile vario il gameplay. Per dare ai giocatori nuovi stimoli per raggiungere le missioni di livello endgame sono state introdotte le onorificenze e le relative toppe da esibire ma soprattutto gli equipaggiamenti top secret caratterizzati da statistiche superiori che vengono assegnati proprio portando a termine gli eventi globali. L’aggiornamento ha proposto anche una lista di bugfix veramente corposa, che è andata a risolvere vari problemi legati alla conformazione della città e alle collisioni che rendevano difficoltoso muoversi nel saltare certi ostacoli, o anche permettevano agli NPC di colpirci quando eravamo dietro a muri o determinati ripari.
Un nuovo aggiornamento di contenuti gratuiti, l’1.8 è attualmente in lavorazione, si intitolerà Resistenza e ripeterà molte delle novità viste negli update omologhi dell’anno scorso: un’ulteriore espansione della mappa giocabile, una nuova area social, ma soprattutto la coalizione di tutte le fazioni contro gli agenti della Divisione a cui tutti spareranno a vista indistintamente.
Si tratta della classica modalità “Orda” che introduce ondate di nemici a cui i giocatori dovranno resistere il più possibile in arene appositamente realizzate per l’occasione. Arriveranno anche un PVP 4VS4 a squadre denominato Schermaglia, nuove armi esotiche e soprattutto il Rogue System 2.0 che cambierà in modo radicale l’approccio dei giocatori alla Zona Nera, a come si diventa Rogue e si sopravvive alla caccia all’uomo che ne segue, con ricompense specifiche.
Questo ci porta all’analisi del venduto e quindi alla composizione della community fondamentale per capire se acquistare ora il gioco e su quale piattaforma farlo. Apparentemente The Division è stato uno dei blockbuster di inizio 2016, stracciando i record stabiliti da Ubisoft per il suo migliore lancio nei confronti di Assassin’s Creed e Watch Dogs. Merito anche di una campagna di marketing martellante che nel triennio precedente aveva saputo creare un hype di altissimo livello nei confronti del gioco. L’aspettativa era così alta che gli utenti si erano scagliati contro un evidente downgrade grafico operato da Ubisoft tra i primi video di gameplay e quelli presentati all’E3 a ridosso del lancio.
Ubisoft non ha ancora rilasciato dati ufficiali ma da molti fattori possiamo desumere l’andamento delle vendite e della community: i rilevamenti di VGChartz confermano l’impressione che la community PS4 sia attualmente la più corposa tra quelle per cui il gioco è stato pubblicato, seguita da quella per Xbox One e poi quella per PC.
Quella PC è sembra essere fanalino di coda, ma in realtà basta andare a vedere il venduto di Steam per accorgersi che è in linea con quello della console Microsoft grazie al milione e mezzo di pezzi venduti sulla piattaforma di Valve. Questi sette milioni di copie sono sicuramente una stima in difetto priva delle copie di Uplay, la piattaforma digitale di Ubisoft e degli store di Sony e Microsoft su entrambe le console. Un ammontare di circa dieci-dodici milioni di copie complessive sembra essere più che plausibile, così come plausibile è l’indicazione di VGChartz nella ripartizione delle copie con la PS4 come piattaforma più diffusa per gli utenti di The Division con un rapporto di due a uno nel confronto con le altre due.
Un valore basso rispetto all’inizio a spron battuto del 2016 ma che si mantiene stabile da ormai parecchio tempo (fatti salvi weekend gratuiti come quello di settembre) che permette di stare sufficientemente tranquilli per la tenuta di questa community, per quanto i fasti del lancio siano ormai alle spalle. Ribaltando il valore sul venduto di PS4 è più che plausibile pensare al fatto che la popolazione sempre connessa in ogni dato momento sia il doppio o il triplo, dando agli acquirenti della versione PS4 garanzie di una persistenza della community per almeno tutto il 2018 e il 2019, rendendo l’acquisto del gioco oggi a prova di svalutazione nel medio e lungo termine.
Abbiamo indagato sullo stato della community con i membri di alcuni gruppi organizzati come ad esempio The Division Dark Zone per tastare il polso della situazione con l’obiettivo di scoprire se il 2018 vedrà una popolazione attiva su tutte e tre le piattaforme o ci sono rischi di una morte prematura di una piattaforma rispetto ad un’altra o del gioco nel suo insieme.
Tre aspetti di rilievo sono da prendere in considerazione per rispondere a questa domanda: l’accoglienza dei contenuti, l’approccio dei giocatori e le prospettive per una stagione 3 che possa traghettare The Division fino al 2019. Considerando i continui cambiamenti dovuti ai vari tentativi di bilanciamento, l’impressione è che la community abbia apprezzato la quantità ma non sempre la qualità intesa come direzione intrapresa.
Mescolare amanti degli RPG, ai casual gamer più attenti all’aspetto action ha portato Ubisoft a fare scelte a volte azzeccate ma a volte anche discutibili, probabilmente dettate dall’esigenza di attrarre un pubblico il più eterogeneo possibile. Sicuramente chi acquista il gioco oggi è nella posizione migliore per apprezzarlo nella sua interezza, mentre gli utenti del day one hanno bruciato molto velocemente le sedici missioni principali e le Incursioni e dopo un periodo di ripetizione delle varie attività a livelli di difficoltà superiori, le lunghe attese tra un update e l’altro si sono fatte sentire.
Fortunatamente è ancora piuttosto facile organizzare party con giocatori casuali incontrati sui server per il PVE o trovare avversari in PVP ma l’ideale è appoggiarsi a community dedicate, una mossa decisamente più saggia rispetto all’affidarsi al matchmaking specialmente per quanto riguarda il PvP in zona nera, o per certe attività come le incursioni che richiedono intensa collaborazione e comunicazione.
Quindi, anche se il calo è piuttosto evidente, su PS4, è presente una community molto numerosa, mentre su PC e Xbox One i numeri inferiori tendono a rendere un po’ più evidenti le fasi di stallo a momenti di rientro in corrispondenza degli aggiornamenti. Il consensus è che, dopo un ulteriore calo fisiologico con l’arrivo dei nuovi titoli natalizi, il 2018 sarà l’anno della piena maturità di The Division, anche se non con i numeri della community 2016.
Tutto questo ci porta ad una valutazione a posteriori facile da ponderare: The Division ha venduto abbastanza bene, ma probabilmente non è stato il megasuccesso di lungo periodo in cui Ubisoft sperava. Il supporto non è mancato e anche se i sostenitori della prima ora speravano in qualcosa di più corposo a livello di missioni della storia, i nuovi contenuti lo pongono come un ottimo titolo ibrido da recuperare anche oggi a quasi due anni dalla sua pubblicazione.
La versione PS4 è la più “gettonabile” per la consistenza della community che gli sta dietro, mentre quella PC per le migliori potenzialità sul fronte grafico. Al solito, i prezzi delle build console sono crollati velocemente in fascia midprice (24 euro) mentre quello della versione PC rimane saldo sui 49 euro per quanto riguarda le pacchettizzate e la versione Steam. Come avevamo notato per Far Cry Primal, sembra essere Ubisoft a voler tener artificialmente alto il prezzo dei suoi prodotti PC sugli store di terze parti perché contemporaneamente spinge al ribasso gli stessi su Uplay puntando a favorire il suo negozio virtuale.
Tom Clancy’s The Division acquistato oggi a 20 euro, si conferma comunque un signor affare e ci sono buone probabilità che potrete giocarlo per tutto il corso del 2018 supportati da una community ancora attiva. Le previsioni oltre i prossimi dodici mesi sono più azzardate: la qualità e frequenza degli aggiornamenti nel corso dell’anno prossimo ci daranno importanti indicazioni sull’eventuale volontà di Ubisoft di staccare la spina dei contenuti inediti nel medio e lungo termine.
Mi chiamo Elena, aka Itasil92, e vengo dalla Sardegna. Sono admin/founder di The Division Dark Zone, prima community italiana dedicata al franchise The Division. Ubisoft Star Player dal 2015 al 2023, Ubisoft Creator Program dal 2024, Elite Task Force dal 2021. Ho partecipato all’E3 di LA nel 2015, e a diversi workshop e eventi in vari studi Ubisoft.