Troppo hype può far male, il caso Watch_Dogs

Articolo dell’admin Luca “Nanomachine”.

Con questo speciale vogliamo inaugurare l’apposita sezione, e quale argomento migliore potevamo scegliere se non il “caso Watch_Dogs”?
Qui si parlerà di come l’Hype possa danneggiare la percezione di un gioco, parleremo di downgrade, di aspettative mancate, di troppa pubblicità e di gente impazzita dalla delusione, ma andiamo con ordine e partiamo dal primo aspetto.

Il downgrade è una questione spinosa, soprattutto se, fin dai primi mesi dell’annuncio di un gioco, ci vengono proposti video dove si evince che il gioco avrà una grafica fuori parametro. La prima cosa che viene in mente guardando certi filmati è che quasi non ci si crede, sembra tutto troppo futuristico, troppo pulito, troppo fluido e troppo… troppo! Dai Trailer successivi sembrerebbe che tutto possa essere possibile, e che il primo Teaser non era Computer Grafica, alchè ci si lascia andare a un sospiro di sollievo, consapevoli che un gorilla della dimensione di tre piani sta per salirci sulla spalla, la cosiddetta “scimmia”.
Questo aspetto innesca la fase due, ossia creare aspettativa.

L’aspettativa è l’immaginazione di immedesimarci nel gioco, il desiderio di stringere il pad (o mouse e tastiera) fra le mani e assaporare ogni sfaccettatura del gameplay, di sentirci appagati quando ripuliamo quella zona da dei nemici tostissimi, con un’IA che fa gridare al miracolo. Vogliamo parlare, poi, del Netcode perfetto? Quello con zero lag, quello che poi si associa ad un accoppiamento perfetto con i propri membri di squadra? Già, quelli che intuiscono cosa vuoi fare e ti supportano senza nemmeno che tu apra bocca, quelli con i quali si crea quell’affiatamento tale che non c’è nemmeno bisogno di specificare l’ora per trovarsi la sera: si sa già che accendendo la console (o il PC) ci si troverà per forza. A sconfiggere nemici su nemici, IA o umani che siano, coinvolti in un gioco dal gameplay stupefacente, mai noioso e divertentissimo, quello che tanto hanno pubblicizzato.

Sì, perchè la pubblicità è canaglia. Quella ti frega senza che tu te ne accorga, ti ritrovi ad aver prenotato un gioco da 70 (o una limited da 120) fottutissimi euro. Quelli che ti sei sudato lavorando dalla mattina alla sera, sbattendoti prendendo freddo tutto il giorno, spaccandoti le dita sul cemento, o bruciandoti gli occhi e incurvandoti la schiena davanti a un PC in un metro quadro di ufficio.
La pubblicità è il mezzo per eccellenza per vendere un prodotto, qualsiasi esso sia. Avete presente quei trailer con una musica che ti fa già caricare la minchia, e che ti fa salire il testosterone al sol pensiero di vivere in quei mondi digitali? Se poi ci metti la grafica “dellaMadonna” e il gameplay iper-mega-ultra concentrato in 30 secondi, dove sembra che per ore e ore continui ad accadere roba senza mai un momento morto, beh, la frittata è fatta. Ti ritrovi ad aver prenotato un gioco come Watch_Dogs o Far Cry 2 (il simulatore di passeggiate per eccellenza) in quattro e quattr’otto.

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E così, dopo mesi di snervante attesa, video su video, immagini su immagini e promesse come “il gioco dell’anno” o “non ti staccherai mai più da questo gioco”, si inserisce il disco nel tray, si attende l’installazione e…. mascella a terra. Ma non per lo stupore di una grafica come quella che ci avevano abituati a vedere, bensì per un titolo dalla grafica old gen.
OdDio, non esageriamo, diciamo che non ci sono tutti gli effetti promessi, il count poligonale scarseggia, le texture sono slavate, i riflessi fanno un pochino schifo (e un altro cozzame di roba).
Sulla grafica magari ci si potrebbe anche passare, ma se poi ci si ritrova a fare sempre quelle 4 cose, la tanto sbandierata Intelligenza Artificiale è diventata una Demenza Artificiale, il lag la fa da padrone incontrastato, e i giocatori sono i più bimbiminchia che ci siano sul mercato, beh, il DVD torna al negozio nel giro di due giorni. La delusione prende il sopravvento e la rabbia comincia a insinuarsi, portando migliaia di giocatori a rigettare commenti poco lusinghieri e imprecazioni di ogni tipo sui forum di tutto il mondo.
E così, in men che non si dica, il titolo che doveva essere la pietra miliare della storia videoludica si trasforma nella “mmerdachenessunovorrebbegiocare”.

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Diciamocelo, tutti stanno pensando ad Ubisoft leggendo questo articolo, alla mente vengono gli ultimi Assassin’s Creed, il secondo Far Cry, Watch_Dogs in primis, ma anche altri ancora. I bugs, le sviste, le delusioni dei downgrade e della noia che vien giocando fanno capolino ovunque in questi titoli.

Chi ha letto fin qui capirebbe che Ubisoft, ma anche altre software house (come DICE e il suo Battlefield “patch” 4) siano il male in persona e che non ne combinino una giusta. Ma andiamo con calma e per gradi, perchè se questo articolo è l’escalation delle delusioni che possono portare il giocatore a marchiare negativamente (ingiustamente o meno) uno sviluppatore, il prossimo sarà quello che vi farà capire cosa sta dietro a un progetto multimilionario e le difficoltà che, ogni giorno, chi fa un gioco deve affrontare.

Ne parleremo nel prossimo speciale, quindi rimanete sintonizzati con The Division Dark Zone!

Luca